Francesca Tanzi

Francesca Tanzi - Psicologa-psicoterapeuta, psicoanalista in Parma

Psicologa-psicoterapeuta, psicoanalista ad indirizzo dinamico e relazionale, specializzata in psicoterapia gruppo analitica (modello teorico di riferimento). Da sempre si occupa del benessere e della salute psicologica della persona e delle sue relazioni, incuriosita dalla complessità di significati spesso nascosti alla nostra coscienza, che caratterizza ognuno di noi e che dà valore alla nostra esistenza.
La sua esperienza professionale trae origine nell’ambito della psicosomatica (relazione corpo-mente).
Lavorando in Ospedale a Parma per 14 anni, si è occupata delle modificazioni psicologiche che l’esperienza di malattia produce.


Ha lavorato per anni con persone affette da patologie neurologiche (Sclerosi Multipla) o con esiti di eventi morbosi importanti (traumatismi cranici, midollari, ictus, aneurismi, MAV,..).
Ma la sua esperienza ha toccato anche ambiti differenti, quali i cambiamenti dell’immagine di sé dovuti a episodi traumatici importanti, come una grave ustione. Negli ultimi anni ha potuto lavorare a contatto con persone affette da patologie croniche come l’HIV.
Tale malattia produce nelle persone portatrici profonde “ferite” cosiddette “narcisistiche” che non riguardano solo l’immagine di sé corporea, ma anche e soprattutto, l’immagine socialmente riconosciuta, che viene necessariamente minacciata. In questo senso, il sintomo è una ferita che lacera un equilibrio e compromette la visione che abbiamo di noi e del nostro mondo, almeno quella che abbiamo avuto fino a quel momento.

Ma “..è possibile che stiamo guardando il mondo dalla parte sbagliata e che potremmo trovare la risposta giusta se cambiassimo punto di vista e lo considerassimo dalla parte opposta, ossia non dall’esterno ma dall’interno..” (Jung, 1960 Ed. it p. 265)
In tal modo ogni lacerazione diviene un’apertura che fornisce una nuova visione delle cose.
“L’obbiettivo terapeutico è che la ferita psichica possa divenire una feritoia che permetta di osservare diversamente la realtà, al di là della protettiva fortezza della nostra quotidianità..”( Carotenuto, 1998, p. 5)